Le spese per le attività di ricerca e sviluppo sostenute dagli imprenditori possono beneficiare di un credito d’imposta, reperibile all’interno del patrimonio aziendale creando una valida alternativa al ricorso alle banche.
Il grande vantaggio del credito d’imposta è rappresentato da due fattori:
- tutte le imprese, che abbiano investito in attività di ricerca e sviluppo, indipendentemente dalla loro forma giuridica, dalle dimensioni e dal regime contabile ne possono usufruire,
- inoltre è possibile ricomprendere nel termine ricerca tutto ciò che costituisce un’innovazione delle conoscenze necessarie all’attività industriale, non esistendo nell’ordinamento una definizione univoca di ricerca.
Un ulteriore beneficio del credito d’imposta è rappresentato dal fatto che non costituendo un reddito tassabile, risulta esente dalle tasse sul reddito.
La nostra consulenza consiste, inizialmente, in un’analisi gratuita della documentazione, a cui segue il supporto nell’espletamento della procedura interna richiesta dal legislatore, per giungere infine all’assistenza nel calcolo del beneficio fiscale.
Ma entriamo in qualche dettaglio della normativa.
Il credito d’imposta è riferibile al periodo d’imposta successivo a quello in cui i costi sono imputabili e comprende tutti i pagamenti tributari dell’azienda.
Esistono tuttavia dei parametri a cui è plausibile riferire la fattispecie di ricerca, essi sono:
- l’esistenza di un progetto di ricerca finanziato da istituzioni pubbliche;
- la richiesta e/o l’ottenimento di privative industriali;
- la dimostrazione di un know how aziendale tutelato;
- la produzione di risultati originali e innovativi della ricerca;
- l’appartenenza ad una categoria di imprese votate per definizione allo svolgimento di attività di ricerca.
Il credito d’imposta è determinato in base ad elementi di spesa dell’attività, tra cui si annoverano il costo del personale, la quota annuale degli ammortamenti in immobilizzazioni materiali, la ricerca commissionata a società di consulenza, enti di ricerca, università, imprese specializzate e le spese sostenute per competenze tecniche.
Per gli investimenti in ricerca e sviluppo, il credito d’imposta è calcolato in modo incrementale rispetto alla spesa media del 2012/2014. Dopo aver determinato il periodo storico, si calcola la spesa per gli investimenti del periodo d’imposta e l’eventuale incremento; in relazione ad esso e sulla base dei diversi tipi di investimento, si calcola una percentuale (dal 25% al 50% per il 2015/2016 e al 50% dal 2017 in poi).
Il credito d’imposta, introdotto nell’ordinamento con l’art. 3 del D. L. 23.12.2013, è proporzionato agli investimenti effettuati ed è in tal modo suddiviso: fino a 5.000.000 euro per il 2015/2016 e per il 2017 fino a 20.000.000 euro.
Il legislatore stabilisce che per ottenere il credito d’imposta è necessario l’espletamento di una procedura in base della quale: l’impresa deve presentare la relazione certificata di un professionista in cui è identificato il credito d’imposta e, solo dopo questo passaggio è possibile realizzare la compensazione con le modalità ordinarie di pagamento dei tributi. E’ altresì richiesta la presentazione della relazione certificata al bilancio d’esercizio e la conservazione all’interno della contabilità della documentazione relativa al credito d’imposta.
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