I PIR favoriscono L’AIM

Il debutto in Borsa dei PIR (Piani Individuali di Risparmio) ha favorito le Ipo su AIM con un valore di 1,26 miliardi nel 2017.

Il 2017 delle quotazioni sul mercato AIM per le piccole e medie imprese di Borsa Italiana si è concluso in modo più che positivo grazie ad una raccolta di equity da 1,26 miliardi di euro ed a un incremento, rispetto al 2016, di oltre il 500%, con la quotazione di 24 nuove PMI con un dato medio di raccolta che si attesta intorno ai 17,7 milioni di euro, dato che supera, seppur di poco quello raggiunto nel 2015, anno in cui si era registrato un picco di 22 ingressi.

Il Flottante delle Ipo ha raggiunto il valore medio del 26% (escludendo le 8 Spac).

Il settore più rappresentativo è quello finanziario con un 38% delle quotazioni a cui segue il 17% dell’industria.

Geograficamente il dominio è quello della Lombardia con un 67% seguita, seppur con dati decisamente lontani, dal Lazio con l’8% e dall’Emilia-Romagna con il 4%.

Per quanto riguarda i PIR è indubbio che essi abbiano accresciuto l’interesse dei nuovi investitori istituzionali e professionali, giocando un ruolo fondamentale nella crescita del mercato e consentendo un aumento di liquidità dell’AIM.

L’indice Ftse Aim ha registrato un aumento del 23% nel 2017 superiore al +16% dell’indice Mib.

Anche il controvalore medio giornaliero è aumentato a 130.000 euro rispetto al valore di 24.000 euro del 2016.

Sono 95 le società che appartengono al listino delle PMI con una capitalizzazione di 5,7 miliardi di euro (+96%), un numero in aumento del 23% rispetto al 2016, dovuto anche ai minor requisiti in fase di accesso e adempimenti seguenti alle quotazioni che caratterizzano i listini delle PMI.

Il capitale complessivo tra Ipo e operazioni sul secondario è stato superiore ai 2,6 miliardi di euro.

L’identikit tipico della società quotata all’Aim è rappresentato da:

ricavi 2016 a quota 39 milioni (+25% rispetto al 2015), Ebitda attorno ai 5 milioni (+18%) e una capitalizzazione di 60 milioni.

Tra le società quotate all’Aim la maggioranza è rappresentata dalla finanza al 22% seguita dai media al 17%, dall’energia e rinnovabile al 14% ed infine dalla tecnologia al 13%.

Geograficamente il dominio va alla Lombardia seguita dal duo Lazio-Emilia.

L’AIM ha raggiunto un giro d’affari complessivo nel 2016 pari a 3,7 miliardi di euro.