La notizia apparsa ieri sul Giornale di Brescia (link alla notizia online) ci fornisce l’occasione per ricordare l’utilità del meccanismo previsto dall’attuale Legge Fallimentare, ancora in vigore fino alla definizione delle nuove regole attese ormai dopo le elezioni di marzo.
L’esempio è classico: la società, storico gruppo siderurgico, lamentava un eccessivo indebitamento rispetto al giro d’affari ed al proprio attivo patrimoniale. Ma l’azienda, ancora viva e attiva, ha attirato l’attenzione di molti potenziali investitori.
Il problema che hanno dovuto affrontare questi investitori (come tutti gli investitori che vogliono partecipare a operazioni del genere) è però poter entrare su un progetto di rilancio senza rischiare di essere travolti da un passato difficile.
Ecco che viene in aiuto l’art. 67 della Legge Fallimentare.
In estrema sintesi, la Legge garantisce ai creditori/banche che hanno rapporti con l’azienda in crisi – dopo l’approvazione di un piano di sviluppo asseverato da un professionista abilitato – uno scudo dal rischio di revoca in caso di successivo fallimento.