Un’artista ha lavorato alla propria opera in formato digitale (l’immagine qui allegata, formata da un collage di 5.000 immagini) ed è riuscito a venderla all’asta con Christie’s.
Ha incassato 69.000.000 di dollari.
E non è la neanche notizia più importante.
Con alcuni particolari tipi di Token (NFT = Non Fungible Token) è già oggi possibile certificare l’autenticità di qualunque opera “unica” (una musica, un’immagine, purché siano sotto forma di dati).
Un NFT è come se fosse un “contratto digitale” che garantisce che l’artista in questione, di nome Mike Winkleman (in arte Beeple), sia l’autore dell’opera che è stata acquistata.
La tecnologia blockchain consente quindi oggi a collezionisti da una parte e artisti dall’altra di scambiare “pezzi originali” assolutamente certificati.
Il file dell’immagine creata dall’artista Beeple è stato venduto con la consegna contestuale del NFT crittografato con firma non falsificabile dell’artista.
E il mondo della musica e dell’audiovisivo si sta già muovendo, anche in Italia.
L’italianissima SIAE è nata con l’obiettivo di assicurare la remunerazione ad Autori ed Editori ogni qualvolta venga riprodotto un brano di musica/video (tutti in digitale).
Per fare questo oggi SIAE è costretta a ricorrere a sistemi di controllo estremamente arcaici, costosi e poco precisi.
Con la tecnologia NFT sarà prossimamente possibile “targare” ogni brano musicale o ogni riproduzione video.
E quanti altri “file” oggi possono ottenere la medesima certificazione di autenticità e unicità?
Certificati di proprietà di immobili? Pacchetti azionari?
La fantasia comincia a non essere più molto distante dalla realtà.
Simone Manneschi